Potrà sembrare banale, ma per la maggior parte delle persone sarà sufficientemente difficoltoso restare qualche minuto fermi e ad occhi chiusi.

Questo breve spunto, in quanto tale, non approfondirà il tema della meditazione, pratica che, in ogni sua forma, sarebbe l’unica che sceglierei di continuare a praticare se mi mettessero di fronte ad una univoca scelta. Sì, poichè se c’è una capacità che mi ha permesso di migliorare ogni altro aspetto pratico e personale della mia vita, è stata proprio quella di imparare a meditare.

Senza entrare nello specifico, questo articolo vuole invitare il lettore, a fare un piccolo test di sè stesso: rendersi conto se è in grado o meno di chiudere gli occhi e non essere travolto da quella corrente impetuosa e autonoma che comunemente definiamo “pensiero”.

Il vero pensiero, la vera concentrazione, la vera idea, o comunque delle loro versioni più efficienti e consapevoli, sono beneficio esclusivo di chi ha iniziato ad “uscire” dalla routine mentale a cui siamo soggetti se non “alleniamo” questa specifica area.

Area che tornerà utile in ogni cosa, dalla focalizzazione su di un esercizio, alla motivazione durante un periodo di ristrettezza calorica, alla creazione di una vision progettuale e alla realizzazione nel concreto di essa.

Ecco perchè le dò una primaria importanza. Non perchè sia di default una cosa che impongo (non sia mai) di sviluppare a chi seguo, ma perchè so per esperienza che più ne si ha la capacità, anche semplicemente di godere di 5 minuti di “vero silenzio”, più si avrà una mente “affilata” e capace di focalizzarsi sul conseguimento del risultato vero e concreto, quello cioè che giunge nel medio-lungo termine, grazie agli adattamenti profondi che permettiamo al nostro organismo di realizzare nel tempo grazie alla costanza e alla perseveranza impiegate.

Ecco quindi un breve esercizio che tengo a proporvi:

  • sedetevi comodamente e con la schiena rilassata e in linea distaccata da eventuali schienali
  • silenziate (senza vibrazione) il telefono ed impostate un timer che suoni (possibilmente delicatamente) dopo 5 minuti
  • compite dalle 2 alle 3 respirazioni calme e profonde, cercando di respirare sempre più ossigeno in sempre minor tempo (approfondiremo in altra sede tecniche di respiro)
  • chiudete gli occhi e provate ad osservare il ritmo spontaneo del vostro respiro senza distogliervi la mente (e ritornatevi senza crucciarvi ogni volta che capiterà poichè non dipende esclusivamente dalla vostra volontà all’inizio)
  • una volta che il timer sarà suonato, compite nuovamente le 2 o 3 respirazioni profonde prima di mettervi in movimento

Bene, ora saprete qual’è il vostro appeal di base nei confronti di tecniche meditative, ovvero quanto ne avreste bisogno e quanto da esse potreste prendere per migliorare qualsiasi aspetto delle vostra vita, relazionato alla fatica/piacere che avete tratto dall’esperienza. In soldoni più avete fatto fatica a trascorrere questo breve periodo “fermi”, più ne potrete trarre vantaggio.

Concludo per ora questo intervento cintando un vecchio detto Zen che ho sempre trovato molto opportuno: Se non hai tempo di meditare venti minuti al giorno, forse dovresti meditare due ore al giorno.

Francesco Conza – Massoterapista in Medicina Cinese Classica e Functional Strength Trainer mediamente elementi di Calistenia, Allenamento Funzionale e Power Lifting. Da sempre appassionato di allenamento fisico e arti marziali, opera professionalmente nel settore dal 2010 inizialmente come insegnante praticante di Arti Marziali Cinesi, Qi Gong Terapeutico e Sport da Combattimento, espandendo successivamente la propria competenza alla Massoterapia unita al Recupero Funzionale del corpo mediante l’allenamento, espandendo la sua esperienza in Nutrizione e alla Ricomposizione Corporea.

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